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Sentiero naturalistico: la terra che non era nostra.

Sentiero naturalistico: la terra che non era nostra.

Lo scorso anno, nei primissimi  mesi del suo mandato, fra i tanti problemi da affrontare, l’Amministrazione comunale si trovò anche quello dei confini e della proprietà nell’area denominata “Sentiero naturalistico Fontana del Carmen”, in particolare per la zona a nord della ferrovia, che va dal ponte della ferrovia sulla Roggia Morla, a sud, fino al nuovo ponte stradale realizzato a nord sulla stessa Roggia.

Noi di Vivi Bariano credevamo e pensavamo che in quella zona tutto fosse definito, visto che da anni il Comune, attraverso una Convenzione con Terranostra, gestiva la manutenzione del verde creato in seguito ad un bando regionale del 2011 sulla proprietà del Demanio.

Invece no.

Figura 1 – Rilievo topografico del Comune di Bariano

Figura 2 – Rilievo topografico del Consorzio di Bonifica di Bergamo

La concessione – Per gestire una zona demaniale serve una concessione dello stesso Demanio: il Comune di Bariano l’aveva richiesta più volte, anche al Consorzio di Bonifica di Bergamo, senza mai ottenerla. Si è quindi creata una zona verde, e si è manutenuta per anni, senza una concessione demaniale.

I confini – Il confine tra la zona demaniale (a ridosso della Roggia) e le proprietà private a est della Roggia, non era per niente definito. Il Comune di Bariano aveva affidato ad un tecnico esterno il rilievo topografico del confine (figura 1), il Demanio lo aveva approvato, ma una delle proprietà private confinanti lo aveva contestato già all’inizio del 2013, invadendo addirittura l’area che si riteneva demaniale, ma che il privato rivendicava di sua priprietà, con materiale di scarico. L’azienda privata era poi fallita, ma anche la nuova azienda subentrata dal fallimento, sempre nel 2013, contestava il confine dell’area demaniale, minacciando una causa per danni. Viste le contestazioni, il Demanio riapriva il problema del confine, ma il tutto non ebbe seguito alcuno, salvo una prima convocazione dell’Azienda privata, perchè anche questa seconda azienda fallì. Nessuno sollevò obiezioni per tutti gli anni seguenti, ma il problema del confine tra la zona di proprietà del Demanio e quella di proprietà dei privati non è mai stata chiusa definitivamente.

La nuova proprietà privata – Tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018, arriva la nuova proprietà privata che ha acquistato dal fallimento i terreni confinanti con la proprietà del Demanio. Da subito, la nuova proprietà pone il problema dei confini, sostenendo che una parte della zona ritenuta di proprietà demaniale è invece di sua proprietà.

Il Consorzio di Bonifica – Il Demanio viene così coinvolto nella nuova diatriba sul confinamento e affida al Consorzio di Bonifica di Bergamo (che gestisce la zona per conto del Demanio) la soluzione del problema. Su richiesta del Consorzio, la nuova Amministrazione, nel frattempo subentrata alla precedente nel giugno del 2019, per ben due volte ribadisce che ritiene legittimo il confine determinato dal Comune di Bariano con il rilievo topografico riconosciuto dallo stesso Demanio. Nonostante le osservazioni dell’Amministrazione comunale, il Consorzio di Bonifica traccia una proposta sul nuovo confine tra la proprietà demaniale e quella privata e, nel mese di luglio di quest’anno, la traspone anche sul terreno del sentiero naturalistico piantando i primi picchetti. Sulla base di questa proposta, l’area demaniale viene ridotta in modo abbastanza evidente. Alla fine del mese di luglio, insieme alla proprietà privata, anche l’Amministrazione comunale viene convocata dal Consorzio di Bonifica. Da notare che l’Amministrazione comunale partecipa alla duscussione, ma nell’area non è proprietaria di nulla, anzi, non ha neppure la concessione delaniale. L’Amministrazione comunale e il privato avanzano due proposte di modifica al confine tracciato (entrambe prevedevano un aumento della superficie del Demanio), ma il Consorzio di Bonifica, che rappresenta il Demanio, le rifiuta sostenendo che il loro confinamento è il massimo che si possa fare data la situazione. Inoltre, il Consorzio sostiene anche che il confinamento effettuato dal Comune di Bariano non sia corretto perchè, nelle sovrapposizioni effettuate dal tecnico, la stazione ferroviaria risultava più a ovest della realtà di 10/15 metri. 

Di fatto, il Consorzio di Bonifica, che agisce per conto del Demanio, sostiene la sua proposta come l’unica fattibile e seria. 

L’unica modifica accettata è stato lo spostamento del confine della proprietà privata, previsto a poco meno della metà del nuovo ponte stradale sulla Morla, sull’angolo più a est del ponte stesso (con questa modifica abbiamo evitato al Comune di Bariano un contenzioso delicato e dall’esito incerto: ma di questo parleremo i un’altra occasione).

Le alternative – A quel punto l’Amministrazione comunale si è trovata di fronte a due scelte: disconoscere il nuovo confine oppure riconoscerlo. Noi abbiamo scelto la seconda ipotesi.

Rifiutare il nuovo confine definito dal Consorzio, significava precludersi tutte le altre possibilità senza cambiare la situazione di fatto:

  • il Demanio ci avrebbe poi dato la Concessione sulla sua proprietà?
  • Il privato ci avrebbe consentito di gestire almeno una parte della sua proprietà?

Avremmo continuato il contenzioso quando gli stessi proprietari dell’area concordavano sul nuovo confine (il Consorzio di Bonifica rappresenta di fatto il demanio). 

Ne valeva la pena?

Noi abbiamo scelto di riconoscere il nuovo confine e questa posizione ci ha consentito da subito di porci alcuni obiettivi:

  • chiederemo al demanio la concessione dell’area che non è mai stata ottenuta;
  • chiederemo al privato di gestire, attraverso una convenzione, gran parte dell’area di sua proprietà. Il privato si è già espresso favorevolmente all’ipotesi.

Alla fine, vedrete, avremo un’area sostanzialmente estesa come quella precedente, ma che potremo gestire con tutte le Concessioni e le Convenzioni che servono.

Tutto questo, ci sembra una vera “difesa di questo piccolo scrigno di natura, del lavoro decennale dei volontari, dei soldi pubblici spesi dal Comune, dalla Regione Lombardia e della UE (denaro dei cittadini), e del Bene Comune, tanto decantato ma poco praticato”. 

Il resto, senza proposte vere, è solo demagogia spicciola.

Leggi anche: Il sentiero della Fontana del Carmen

Il sentiero della Fontana del Carmen

Il sentiero della Fontana del Carmen

Il Sentiero naturalistico della Fontana del Carmen si può dividere in due zone:

  • la prima, a nord della ferrovia, va dal nuovo ponte stradale sulla Roggia Morla fino al ponte della ferrovia sulla Roggia stessa (ne abbiamo parlato in questo post);
  • la seconda, a sud della prima, che dal parchetto della Stazione ferroviaria va in orizzontale fino alla Fontana del Carmen e poi alla Roggia Morla.

Questo secondo sentiero esiste ormai da anni: bello, molto ben tenuto. Ma… è tutto “regolare”?

No!

Il sentiero si snoda a cavallo di due proprietà: a nord le Ferrovie dello Stato, a sud dei terreni di proprietà privata. Che il sentiero insista su una parte di terreno di proprietà delle ferrovie è ancora tutto da verificare, mentre è certo che insista su terreni di proprietà privata: certamente non è stato ricavato su proprietà del Comune.

Ma, allora, ci sarà una Concessione, una Convenzione? No, non ne esiste nessuna.

Voci di corridoio ci hanno detto che esisteva un “accordo verbale” con il proprietario privato che, purtroppo, è recentemente deceduto.

Per anni, quindi, si è lavorato al sentiero con il rischio che poi il proprietario (o i proprietari),  senza nessuna Convenzione scritta, ne rivendicassero, appunto, la proprietà e l’uso.

I problemi di indeterminatezza che abbiamo riscontrato nella zona piantumata a nord rispetto a questa, si ripropongono qui esattamente uguali.

Nelle prossime settimane daremo il via a una scrupolosa verifica delle proprietà su cui insiste il sentiero e, successivamente, cercheremo di stipulare con queste una Convenzione per la gestione della zona al Comune di Bariano.

Se riusciremo a stipulare la Convenzione, per qualcuno il merito non sarà il nostro, perchè il tutto si trasformerà in un atto dovuto; se dovessimo riscontrare dei problemi, ne siamo certi, la responsabilità, sempre per gli stessi, sarà escusivamente nostra.

Come se noi soltanto avessimo la bacchetta magica per sistemare anni di superficialità che sono di altri.

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